Altre Mafie
CONOSCI
Scheda introduttiva a cura di Antonio Nicaso
CAMORRA
La Camorra è l’organizzazione criminale più antica di cui si ha notizia. Deve il suo nome verosimilmente all’attività estorsiva che l’ha contraddistinta sin dalle sue origini. «Fare camorra» infatti significava estorcere denaro. Nata nella prima metà, la Camorra ha origini cittadine, a differenza della mafia siciliana che si sviluppa nelle campagne. Nel carcere di Castel Capuano, i camorristi si assumono l’incarico di gestire l’ordine in cambio della possibilità di taglieggiare i detenuti. Replicano un vecchio sistema già usato da frange della criminalità spagnola; chiedono soldi con la scusa di dover alimentare lo stoppino che illumina un’immagine votiva della Madonna. Smantellata dopo il processo Cuocolo nel 1911, la Camorra è tornata in auge dopo il terremoto in Irpinia che ha scatenato guerre feroci tra clan rivali. Uno dei suoi boss più noti, Raffaele Cutolo ha cerca di organizzare la Camorra sul modello di Cosa nostra, avvelendosi dei riti di iniziazione della ‘ndrangheta. Ma la sua Nuova Camorra Organizzata è stata spazzata via dai nuovi boss del narcotraffico, i Nuvoletta, i Bardellino. Oggi più che camorra, Intesa come organizzazione unitaria, è gangsterismo urbano, ma non per questo è meno temibile, soprattutto grazie a gruppi armati come quello dei Casalesi che è riescito ad affermarsi anche in altre regioni d’Italia.
SACRA CORONA UNITA
In Puglia, per molto tempo si è parlato di Sacra Corona Unita come quarta mafia. Nata come organizzazione di autodifesa carceraria per contrastare la colonizzazione cutoliana, la Sacra Corona Unita si è affermata soprattutto nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto. Oggi è meno forte, ma soprattutto non fa più notizia, soppiantata mediaticamente dalle mafie garganiche, come la società foggiana, sempre più violente e spietate.
CASAMONICA E SPADA
Oltre alle mafie del Gargano, le cronache degli ultimi tempi hanno raccontato dei Casamonica e degli Spada. I Casamonica per tutti erano gli «zingaracci». E mentre le istitzioni si limitavano a derubricarli a fenomeno minore, crescevano nel silenzio. Indisturbati, arricchendosi con lo spaccio di droga e i prestiti a strozzo. Come scrive Nello Trocchia nell’omonimo libro, i Casamonica si sono accreditati come agenzia criminale di servizi, vera e propria cerniera tra il mondo di sotto, della periferia disagiata, e il mondo di sopra, dei circoli esclusivi ai Parioli e dei salotti bene di Via Veneto.
Gli Spada, invece, sono saliti alla ribalta per la testata con cui Roberto Spada ha rotto il naso a un giornalista della Rai, Daniele Piervincenzi. Anche loro, una famiglia di origine Sinti, per troppo tempo a Ostia non hanno fatto notizia. Cresciuti all’ombra del clan Fasciani, nel 2019 molti esponenti di questa famiglia sono stati condannati per associazione a delinquere di stampo mafioso. Coraggiose a Ostia sono state anche le denunce di una giornalista di Repubblica, Federica Angeli, finita sotto scorta.
SCOPRI
Lo spettacolo di Teatro Bresci
ARBEIT
“Arbeit” tratta il tema del lavoro: il lavoro dei giovani, gli incidenti sul lavoro, lo sfruttamento, la disoccupazione, il precariato, la crisi. Nicoletta è una ragazza come tante, un ragazza semplice, un ragazza di provincia. La vita le ha dato poco e quel poco se l’è dovuto conquistare, è cresciuta in fretta. Ha imparato subito che il lavoro fa l’uomo, che senza non si può stare, non si deve.
Ha scoperto che la felicità non si compra e che e va conservata con cura perché è fragile, molto. Le è stata rubata questa felicità, fatta a pezzi, calpestata. Ma Nicoletta è una ragazza forte perché ha ancora l’incoscienza di rischiare, di sognare che le cose, forse, si possono cambiare, ha il coraggio, raro, di dire no, di difendere la dignità di essere uomini perché il lavoro, da solo, non rende liberi. In scena sulla sedia di una sala d’aspetto di una clinica, una giovane attrice e il suo talento, la sua generosità nel darsi fino in fondo, nel raccontare un mondo, il nostro che purtroppo ha ancora bisogno di eroi.
DRAMMATURGIA E REGIA
Giorgio Sangati
CON
Anna Tringali
FOTO DI SCENA
Luca Baggio
PRODUZIONE
Teatro Bresci
ANNO DI PRODUZIONE
2012
Vincitore al Premio OFF 2012 del Teatro Stabile del Veneto diretto da A. Gassmann: 2° Premio Miglior Spettacolo e Premio Miglior Interprete
Spettacolo selezionato al Festival Internazionale di Drammaturgia Contemporanea “Tramedautore” organizzato dal Piccolo Teatro di Milano in collaborazione con OUTIS
Spettacolo ospite a “Sguardi 2013 – Vetrina del Teatro Contemporaneo”
Testo vincitore del Premio Letterario Nazionale “Grotte della Gurfa” di Alìa (PA)
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